11 novembre, 2007

La grande scelta drammaturgica

4 Incontri del Lab Yogurt, Mercoledi' 7 Novembre

SCELTA DEL TESTO!

1. Bertolt Brecht - L'Opera da Tre Soldi
L'opera da tre soldi (Die Dreigroschenoper) di Bertolt Brecht, viene
rappresentata per la prima volta nel 1928 nel teatro Schiffbauerdamm a
Berlino. È una rielaborazione del Beggar's Opera di John Gay. La musica è di
Kurt Weill. Mette in scena il mondo dei gangster e dei derelitti, con
intenzione provocatoria nei riguardi del pubblico borghese, che avrebbe
dovuto scandalizzarsi di fronte all'ambiente, i personaggi e il loro
linguaggio. In realtà il pubblico ideale di Brecht sarebbe stato il
proletariato, cioè gli operai dell'industria. Infatti il titolo indica
provocatoriamente il prezzo del biglietto d'entrata.
Ciò che accadde fu che gli operai disertarono le rappresentazioni, il
pubblico borghese invece ne decretò il successo, con sorpresa e disappunto
dell'autore, che ritenne fallito il suo progetto. Non scrisse più alcuna
opera con questo preciso intento.

2. Aristofane - Gli Uccelli
Gli Uccelli è il titolo di una commedia dell'autore greco Aristofane,
scritta nel 414 a.C.. Narra di due cittadini ateniesi, Pistetero ed
Evelpide, che fuggono dalla città cercando un mondo ideale, ovvero quel
posto indefinito fra terra e cielo dove regnano le creature alate. Qui
arrivati, si propongono e vengono accettati come fondatori della città degli
uccelli, chiamata Nubicuculia (alla greca Nefelococcigia), ed escogitano un
furbesco ricatto ai danni degli déi dell'Olimpo. Molte però saranno le
scocciature e gli intralci con cui il nuovo stato e i suoi governanti
dovranno aver a che fare.
La commedia, già dalle prime battute, si propone come una stoccata satirica
al modo di vivere ateniese e soprattutto al potere bolso e tiranneggiante
della magistratura; è altresì molto interessante, e ancora oggi motivo di
riflessione, scoprire col progredire dell'azione scenica quanto si riveli di
nuovo (e di vecchio) nella neonata Nubicuculia, rispetto alle città-stato
esistenti all'epoca.

3. Tom Stoppard - Rosencratz e Guildenstern sono morti incrociato con Aldo
Nicolaj - Amleto in Salsa Piccante
Tom Stoppard

Tomas Straussler, è nato a Zlin, in Cecoslovacchia, nel 1930. Dopo essersi
trasferito con la famiglia a Singapore, ha vissuto in India ove ha preso il
cognome del secondo marito della madre. Pur essendo l'inglese la sua seconda
lingua, Stoppard è uno dei più raffinati sperimentatori teatrali dei nostri
giorni, rendendo centro dei suoi drammi proprio un particolare gioco
linguistico con costanti citazioni dei classici e una sorta di sfasamento
tra i vari significati delle parole. Ha esordito nel 1967 con Rosencrantz e
Guildestern sono morti, in cui i due personaggi minori dell'Amleto divengono
protagonisti e sono esempio di come l'uomo comune sia trascinato, ignaro,
negli oscuri giochi del potere, sino a incontrare la morte. Il dramma, messo
in scena dal National Theatre, è divenuto nel 1990 un film, vincitore del
Leone d'Oro a Venezia. Al medesimo anno appartiene la commedia Il vero
ispettore Hound, rivisitazione del genere poliziesco in cui due critici
teatrali, mentre assistono alla rappresentazione di un dramma giallo vengono
uccisi. Negli anni successivi ha scritto Dopo Magritte (1971) in cui vengono
riprese alcune tecniche del teatro dell'assurdo, e Acrobati (1972), parodia
delle acrobazie intellettuali di due professori di filosofia impegnati a
dimostrare l'esistenza di Dio.
Ne I mostri sacri (1974) l'autore rifà il verso a L'importanza di chiamarsi
Ernesto di Oscar Wilde, mentre I panni sporchi (1976) segna il suo esordio
nel teatro politico. Stoppard ha poi scritto Ogni bravo ragazzo merita un
favore (1977), Notte e giorno (1978), La cosa reale (1982). Dopo essersi
dedicato per alcuni anni all'adattamento di lavori di Ibsen, Schnitzler e
Molnár, è tornato alla composizione drammaturgica con Traversata burrascosa
(1984) e Hapgood (1988). Recentemente ha composto altre tre opere, Arcadia
(1993), Indian ink (1995) e The invention of love (1997).
Oltre ad occuparsi di teatro, Stoppard ha scritto anche testi televisivi e
radiofonici e sceneggiature cinematografiche; tra i suoi lavori più recenti
Shakespeare in love (1998), con cui ha vinto un Oscar, e Enigma (1999).
Tom Stoppard appartiene a quella generazione di autori inglesi che a partire
dal 1968, hanno contribuito a rinnovare e rivitalizzare profondamente la
scena inglese. Accanto alla nascita di nuove compagnie e di registi volti
alla ricerca e alla sperimentazione, fondamentale è stato l'apporto di
drammaturghi come John Osborne, Arnold Wesker, Peter Shaffer, Harold Pinter
e, per la generazione più giovane, Edward Bond, David Storey, Peter Nichols,
David Hare e, non ultimo, Tom Stoppard. Questi autori hanno contribuito alla
ricerca di nuove soluzioni drammaturgiche, insistendo sia sulle tecniche di
scrittura teatrale, sia sull'adozione di soluzioni sceniche spesso ricche di
carica polemica e provocativa.
Aldo Nicolaj (Fossano, marzo 1920 - Orbetello, 5 luglio 2004) è stato un
drammaturgo italiano.
Commediografo particolarmente versatile e fecondo, esordì con opere di
impegno sociale osteggiate dalla censura dell'epoca. Nelle sue commedie,
molto rappresentate all'estero (in Russia, per esempio, Classe di ferro e
Farfalla... farfalla sono considerate quasi dei classici e vengono
continuamente rappresentate), seppe sperimentare diversi stili, passando con
disinvoltura dal simbolismo al neorealismo, dal surrealismo al teatro della
crudeltà, sino al teatro dell'assurdo. Le commedie di Nicolaj sono
caratterizzate da una critica ironica del modo di vivere contemporaneo,
attraverso la descrizione della classe borghese e piccolo-borghese colta
nella sua vita quotidiana.
Fu anche apprezzato traduttore di opere teatrali straniere, soprattutto dal
francese (Anouilh, Claudel, Duras).
Curò una riduzione teatrale di Senilità di Italo Svevo e de Le confessioni
di un italiano di Ippolito Nievo.

4. William Shakespeare - La Tempesta
La tempesta (The Tempest) è tradizionalmente ritenuta la penultima opera di
William Shakespeare (l'ultima sarebbe l'Enrico VIII) e dovrebbe essere
quella che segnò l'addio alle scene del celebre drammaturgo (almeno come
attore). Fu rappresentata per la prima volta il 1° novembre 1611 al
Whitehall Palace di Londra; probabilmente, in seguito fu messa in scena
anche al Globe Theatre e al Blackfriars Theatre.
La tempesta appartiene all'ultima fase della produzione di Shakespeare,
quella dei romances: opere in cui rielabora tematiche già trattate (nelle
grandi tragedie o nelle commedie) ponendole in una dimensione mitica e
sacrale. Nei romances ricorrono spesso temi come la morte e la rinascita,
l'espiazione seguita dal perdono e le colpe dei padri riscattate dai figli.
Questa è l'unica opera di Shakespeare in cui sono (quasi) rispettate le
unità (di tempo, di luogo e d'azione) del dramma classico. L'unità di luogo
è conseguita ambientando le vicende su un'isola remota. L'unità di tempo è
ottenuta facendo svolgere tutte le azioni nello spazio di poche e ben
precise ore (dalle 2 alle 6 di pomeriggio). L'unità d'azione, in effetti,
non è propriamente conseguita. Il motivo per cui Shakespeare rispettò le
unità ne La tempesta non è noto. Nella maggior parte delle sue opere, gli
eventi accadono in diversi giorni ed i personaggi si muovono in vari luoghi.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che, dato il contenuto fantastico de La
tempesta, Shakespeare possa aver voluto rispettare le unità per aiutare il
pubblico a superare la sua incredulità. Altri hanno evidenziato le critiche
che Shakespeare ricevette perché non rispettava le unità: essi affermano che
questi possa aver voluto dimostrare una volta per tutte di essere in grado
di rispettare queste regole, se lo avesse voluto.
Un'opinione diffusa tra i critici italiani è che il rispetto delle unità sia
stato voluto dall'autore per sottolineare maggiormente il tema del
metateatro (sotteso a tutta la sua opera). Infatti, all'inizio della
commedia viene sottolineato che sull'isola sono le due di pomeriggio: è la
stessa ora a cui si tengono le rappresentazioni teatrali in quell'epoca. È
come se si volesse far assistere il pubblico a delle vicende in tempo reale.
Qualche critico è arrivato ad affermare che il soggetto de La tempesta è la
messa in scena di una commedia intitolata La tempesta, enfatizzando
l'aspetto del teatro sul teatro che è certamente presente in quest'opera.
Il racconto della commedia inizia quando gran parte degli eventi sono già
accaduti. Il mago Prospero, legittimo Duca di Milano, e sua figlia Miranda,
sono stati esiliati per circa dodici anni in un'isola (forse dell'Adriatico,
o in Francia), dopo che il geloso fratello di Prospero, Antonio - aiutato
dal re di Napoli - lo aveva deposto e fatto allontanare con la figlia di tre
anni. In possesso di arti magiche dovute alla sua grande conoscenza e alla
sua prodigiosa biblioteca, Prospero è servito controvoglia da uno spirito,
Ariel, che egli ha liberato dall'albero dentro il quale era intrappolato.
Ariel vi era stato imprigionato dalla strega africana Sycorax, esiliata
nell'isola anni prima e morta prima dell'arrivo di Prospero. Il figlio della
strega, Calibano, un mostro deforme, è l' unico abitante mortale dell'isola
all'arrivo di Prospero. Provocato dalla avvenenza di Miranda, le propone di
unirsi con lui per creare una nuova razza che popoli l'isola.
A questo punto inizia la commedia. Prospero, avendo previsto che il fratello
Antonio sarebbe passato nei pressi dell'isola con una nave (di ritorno dalle
nozze della figlia di Alonso, Clarabella, con un re cartaginese), scatena
una tempesta che causa il naufragio della nave.
Sulla nave c'è anche il re Alonso, amico di Antonio e compagno nella
cospirazione, e il figlio di Alonso, Ferdinando. Prospero, con i suoi
incantesimi, riesce a separare tutti i superstiti del naufragio cosicché
Alonso e Ferdinando credono ognuno che l'altro sia morto.
La narrazione è tutta incentrata sulla figura di Prospero, il quale, con la
sua arte, tesse delle trame in cui costringe gli altri personaggi a
muoversi. La commedia ha quindi una struttura divergente e, poi,
convergente, in quanto i percorsi dei vari naufraghi si ricongiungono alla
grotta di Prospero. Calibano incappa in Stefano e Trinculo, due ubriaconi
della ciurma, che crede esseri divini discesi dalla luna, e cerca di mettere
insieme una ribellione contro Prospero, che però fallisce. Nel frattempo,
Prospero provoca una relazione romantica tra Ferdinando e Miranda. I due si
innamorano immediatamente, ma Prospero costringe Ferdinando a diventare suo
servitore per confermare l'affetto di lui per Miranda. Intanto, in un altro
luogo dell'isola, Antonio cospira per uccidere il Re di Napoli e il suo
segretario Gonzalo, ma viene distratto da un folletto cantante. Tutto
finisce per il meglio: Prospero perdona i suoi nemici e, con la sua magia,
evoca una cerimonia per celebrare l'unione di Miranda e Ferdinando.

5. S.I. Witkiewcz - Le Bellocce e i Bertuccioni ovvero La Pillola Verde
Stanislaw Ignacy Witkiewicz, a.k.a. "Witkacy" (February 24, 1885 - September
18, 1939) was a Polish writer, novelist, playwright, photographer,
philosopher and painter.
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[edit] Life
Born in Warsaw, Stanislaw Ignacy Witkiewicz was the son of Stanislaw
Witkiewicz. His godmother was Helena Modrzejewska.
Witkiewicz was raised in his family home in Zakopane. In accordance with his
father's antipathy toward the "servitude of the school", the young
Witkiewicz was homeschooled and encouraged to develop his talents across the
creative fields.
From childhood, Witkiewicz was a close friend of Bronislaw Malinowski.
Following a crisis in Witkiewicz' personal life, Malinowski invited him to
act as draughtsman and photographer on an expedition to Oceania in 1914, a
venture interrupted by the onset of World War I. On his return, Witkiewicz,
nominally a citizen of the Russian Empire, went to St Petersburg and was
commissioned an officer in the Tsarist army.
Witkiewicz lived through the Russian Revolution in Petersburg. His later
works would show his fear of social revolution and foreign invasion, often
couched in absurdist language.
He had begun to support himself through portrait painting and continued to
do so on his return to Zakopane in Poland. He soon entered into a major
creative phase, setting out his principles in New Forms in Painting and
Introduction to the Theory of Pure Form in the Theatre. He associated with a
group of "formist" artists in the early 1920s and wrote most of his plays
during this period. Of the plays, only Jan Karol Maciej Hellcat met with any
public success at the time.
After 1925, and taking the name 'Witkacy', the artist ironically re-branded
the paintings which provided his economic sustenance as The S.I. Witkiewicz
Portrait Painting Firm, with the motto: "The customer must always be
satisfied". Several grades of portrait were offered, from the merely
representational to the more expressionistic and the narcotics assisted.
Many of his paintings were annotated with mnemonics listing the drugs taken
while painting a particular painting, even if this happened to be only a cup
of coffee.
In the late 1920s he turned to the novel, writing two works, Farewell to
Autumn and Insatiability. The latter major work encompasses geo-politics,
psychosomatic drugs, and philosophy.
During the 1930s, Witkiewicz published a text on his experiences of
"narcotics," including peyote, and pursued his interests in philosophy. He
also promoted emerging writers such as Bruno Schulz. Shortly after Poland
was invaded by Nazi Germany in September of 1939, he escaped with his young
lover to eastern Poland. Following the Soviet invasion of Poland on
September 17, 1939, Witkacy committed suicide. Witkiewicz lied to his lover,
saying that he would give her poison while he was to cut his veins. However,
he had not given her poison, but himself took Veronal and slit his wrists.
She woke up later to find him dead.
Witkiewicz had died in some obscurity but his reputation began to rise soon
after the War, a war which had destroyed his own life and devastated Poland.
Czeslaw Milosz framed his argument in The Captive Mind around a discussion
of Insatiability. The artist and theatre director Tadeusz Kantor was
inspired by the Cricot group, through which Witkiewicz had presented his
final plays in Kraków. Kantor brought many of the plays back into currency,
first in Poland and then internationally.
The Ministry of Culture in the new Communist Poland decided to exhume
Witkiewicz's body in the post-war period and move it to Zakopane, and give
him a ceremonial burial with honors. It was performed according to plan,
though nobody was allowed to open the coffin delivered by the Soviet
authorities.
Much later, a genetic study proved that the body belonged to an unknown
Ukrainian woman - a final absurdist joke 50 years after the publication of
the writer's last novel.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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I noticed the catch-phrase you procure not used. Or you profit by the black methods of development of the resource. I take a week and do necheg