15 ottobre, 2006
le GLOSSOLALIE di Fosco Maraini
Se a qualcuno può interessare,
oltre ad Artaud c'è un'altro importante scrittore che ha portato avanti il discorso della glossolalia anche se con diversa motivazione e differente stile.
Si tratta di Fosco Maraini e del suo libro di poesie "Gnòsi delle Fanfole" , ed. Baldini Castoldi Dalai.
Scrive il poeta :
"Sarebbe opportuno, anzi direi sarebbe addirittura canonico, presentarsi con un piccolo preambolo teorico. Signori, potrei dire, eccovi alcuni esperimenti di poesia metasemantica. Ora mi spiegherò. Per millenni il procedimento principe seguito nella formazione e nell'arricchimento del patrimonio linguistico è stato questo: dinnanzi a cose, eventi, emozioni, pensieri nuovi, o ritenuti tali, trovare suoni che dessero loro foneticamente corpo e vita, che li rendessero moneta del discorso. A tale intento, in genere, servivano suoni che già venivano impiegati per significati consimili. Inventi per esempio il cannochiale e sommi canna con occhiale, vuoi esprimere il concetto di non-iniziato,ignorante,prendi pro (davanti,fuori) e fanum (tempio) producendo profano ("colui ch'è fuori dalle sacre cose"), talvolta serve il nome di una persona (siluetta,besciamella), tal altra il nome d'un luogo (pistola,baionetta); una particolare febbre se viene dall'Oriente si chiamerà asiatica, se dall'Occidente spagnola, e via dicendo. L'intera scienza etimologica è lì a nostra disposizione per tali istruttive ricerche. Nella poesia, o meglio nel linguaggio metasemantico, avviene proprio il contrario. Proponi dei suoni e attendi che il tuo patrimonio d'esperienze interiori, magari il tuo subconscio, dia loro significati, valori emotivi, profondità e bellezze. è dunque la parola come musica e come scintilla."
Come esempio concreto vi lascio questa sua poesia :
E gnacche alla formica ...
Io t'amo o pia cicala e un trillargento
ci spàffera nel cuor la tua canzona.
Canta cicala frìnfera nel vento :
E gnacche alla formica ammucchiarona!
Che vuole la formica con quell'umbe
da mòghera burbiosa? è vero, arzìa
per tutto il giorno, e tràmiga e cucumbe
col capo chino in mogna micrargìa.
Verrà l'inverno sì, verrà il mordese
verranno tante gosce aggramerine,
ma intanto il sole schìcchera giglese
e sgnèllida tra cròndale velvine.
Canta cicala, càntera in manfrore,
il mezzogiorno zàmpiga e leona.
Canta cicala in zìlleri d'amore :
E gnacche alla formica ammucchiarona!
Fosco Maraini
ciao, Vins
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